Il Palazzo d’Oro Abbandonato

da | 16 Gennaio 2020 | Antichi Palazzi e Castelli Abbandonati, Antiche Ville Abbandonate | 0 commenti

L’incanto non ha mai lasciato i nostri occhi, e lo stupore il nostro viso, eppure, non è tutto oro quello che luccica. Persino le cose più belle e preziose non possono sottrarsi all’abbandono. Se c’è una lezione che abbiamo imparato dalle nostre esplorazioni -e ce n’è sempre una- è che non importa cosa e quanto tu possieda, e di quanto sfarzo tu abbia il privilegio di circondarti. Quando è il momento di separarsene, l’abbandono sopraggiunge, e non c’è nulla che tu possa portarti dietro. Tutto l’oro del mondo non può rovesciare questa sorte.

Tanta attesa e tanta fatica per raggiungere questa meraviglia. Sempre ringrazierò chi ci ha dato l’opportunità di visitarla. Fra tutte le ville abbandonate che abbiamo avuto modo di esplorare, questa è sicuramente una delle più belle e affascinanti. Raccontarvi ogni suo dettaglio, ogni sua sfumatura, ogni suo angolo, sarebbe un’impresa impossibile, una dopo l’altra, un passo alla volta, mentre armeggiavo con macchina fotografica, attrezzatura e cavalletto, mi sono perso nelle sue stanze, e ne ho perso il conto. Dimenticavo pezzi di qua e pezzi di là, tornavo indietro a cercarli e mi perdevo di nuovo per quei corridoi che univano i saloni alle cucine, le scalinate alle camere da letto, tantissime camere da letto.

Si tratta dunque di un palazzo nobiliare, in chiaro stile Liberty, con molta probabilità ottocentesco, situato in un piccolo centro abitato, tanto in vista da restare anonimo. Di questo luogo le informazioni reperibili sono veramente scarse, sembra quasi sia tenuto volutamente segreto per proteggerlo. Di questa regione esiste una vasta elencazione di edifici pubblici e privati da riqualificare, con progetti in essere, che ci siamo presi la briga di consultare nella speranza di reperire anche soltanto una misera informazione, un frammento di identità, qualcosa che dicesse, sono qui, ci sono anch’io. ma questo palazzo non compare in nessuno di questi elenchi. Come se non esistesse. Conosciamo alcuni dei nomi di chi lo abitava, che per ovvie ragioni non riporteremo. Conosciamo quindi ipoteticamente il nome del palazzo, ma non vi è alcun riferimento in rete. Sappiamo soltanto che una delle persone che lo abitava, presumibilmente il proprietario, era un avvocato e insignito di un titolo cavalleresco, nato nel 1874, come testimoniato da una stampa, sotto una sua fotografia, posta nella camera da letto.

Non c’è nulla che manchi qua dentro, a parte i vari oggetti che gli sono stati sottratti, di recente, dai soliti sciacalli. La storia non la conosciamo, ma è palpabile, la possiamo a malapena percepire, intuire, respirare. E’ intrisa in ogni angolo di questa dimora antica. Nelle pagine dei libri ottocenteschi, nelle spesse stoffe dei drappi e dei tendaggi, nelle coperte dei letti. I corridoi hanno trascinato gambe stanche. La sacralità è presente ovunque. Una fede vivida e lucente che non ha mai lasciato le mani, giunte in preghiera, di chi vi abitava. Un altare di famiglia, di una fascino antico e inaudito, un comò affollato di immagini sacre, e statue di papi, santi e madonne, ce lo testimoniano.

Curiosa la statuetta di San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), un sacerdote francese considerato uno dei più potenti esorcisti della storia, proclamato Santo da Papa Pio XI nel 1925 e Patrono dei Parroci. Si dice che subì persecuzioni e molestie da parte del diavolo per trentacinque anni. Chiamato Il Curato d’Ars e divenuto famoso con questo titolo, per la sua straordinaria attività di parroco nel piccolo villaggio di Ars-sur-Formans in Francia. Nel 2009 è ricorso il 150° anniversario della sua morte. (Grazie Laura F. per la preziosa informazione).

Non manca nulla, dicevamo, neanche la morte. Quando ho inquadrato quel letto bianco e disfatto, cinto da ferro battuto, ho staccato gli occhi dal mirino e li ho strizzati per vedere meglio: ombre scure sopra un cuscino bianco, sporco di sudore antico, ha sorretto il capo di qualcuno nei suoi ultimi giorni. La macchia, indelebile, della malattia e della sofferenza. Sembrava che qualcuno giacesse ancora su quel materasso, invisibile, la forma di un corpo e del suo capo erano ancora lì, impresse sul tessuto. Possiamo solo candidamente pensare ad un sonno profondo, dal quale poi non c’è stato risveglio, forse proprio quello di chi, per il resto dei suoi giorni, ha pregato sempre, con ferma devozione, che il suo amato trovasse riposo. Lo raccontiamo con un nodo alla gola che ci ha serrati, riguardando le foto.

Sul comò di una delle camere, troviamo invece una cornice con due fotografie in bianco e nero, ingiallite, i volti di un uomo e una donna, eleganti, regali. Sotto la fotografia dell’uomo, sono impresse le date di nascita e di morte, sotto quella della donna, nessuna data. La donna era rimasta vedova.

Dagli elementi e i documenti rinvenuti durante la nostra visita, possiamo allocare la proprietà a una famiglia benestante e molto religiosa. Vari documenti e articoli di giornale attestano la volontà benefattrice del proprietario, pare che il nobiluomo cedette uno dei suoi terreni per l’edificazione di un oratorio e non fu l’unica donazione alla parrocchia. La famiglia pare essere stata molto conosciuta per la coltivazione di cereali. In fondo alle scale principali si trova una stanza adibita a uso ufficio, nella quale sono presenti molti registri e documenti contabili che non siamo riusciti a capire di che cosa trattassero. Sembrerebbero dei registri di nascite. Il figlio sembra aver conseguito una laurea in Agraria, l’attestato riporta la data del 1941.

Vorremmo dirvi molto di più su questa meraviglia, tanto è forte l’emozione provata camminando per quelle nobili stanze, ma non abbiamo altre parole. Possiamo soltanto far sì che le immagini, scattate a fatica e con le mani infreddolite, tanto era grande e gelido il palazzo, abbiano parole dove noi non ne abbiamo. Possiamo soltanto riportarvi le nostre interpretazioni, date da un’analisi visiva, emozionale, e dalla percezione di quanto abbiamo visto e sentito in quelle stanze. E’ difficile scrivere un articolo su di un posto di cui non si conosce niente. Se qualcuno avesse informazioni più accurate, spero che ci possa contattare.

Anche per questo luogo è in corso da tempo un’inevitabile dipartita, un’inarrestabile declino. I pavimenti cominciano a collassare su se stessi, l’edera, avvolge e attanaglia le mura, si fa spazio tra i vetri rotti, penetra dalle finestre aperte. Gli avvoltoi, quelli umani, pezzo dopo pezzo lo stanno depredando e distruggendo e le ferite, presto, saranno insanabili. Un gioiello dorato e prezioso, sarà dimenticato sotto la polvere.

Più in basso la galleria completa, e il video dell’esplorazione.

La morte non è niente. […] 
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. 
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? 
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. 
Rassicurati, va tutto bene. 
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Henry Scott Holland

Galleria Fotografica

Esploratore. Fotografo. Viaggiatore del tempo.

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Sotto la Polvere nasce dall’amore e la passione per i luoghi dismessi e abbandonati. Le esplorazioni sono realizzate nel rispetto più assoluto del luogo visitato, senza alcuna forma di effrazione o danneggiamento. Spesso li troviamo per caso o ci vengono suggeriti. Non indichiamo mai il nome reale del luogo e la sua ubicazione per salvaguardarlo da vandali e potenziali malintenzionati.

Il video dell’esplorazione.

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