Prêt-à-Porter. Atelier Démodé

da | 4 Settembre 2023 | Vecchie Case Abbandonate, Antiche Ville Abbandonate | 0 commenti

Veramente pochi scatti di questo posto visitato fugacemente in un torrido pomeriggio d’estate, con un tasso di umidità altissimo e le zanzare appiccicate addosso. Davvero non so descrivervi l’aria tossica e irrespirabile al suo interno, l’acre odore di muffa che macchiava di nero le pareti e ricopriva le cose. Forse uno dei luoghi in cui mi sono sentito più a disagio e in totale discomfort, una dimora che di certo non invitava a restare.

Su questa villa sono state raccontate molte storie e dipinti tanti possibili scenari. Alcune di queste molto originali e romanzate, direi alquanto “pittoresche”, altre verosimilmente probabili. La realtà è che di questa villa, ormai vicina al collasso e già parzialmente crollata rispetto al periodo della nostra visita — qualcuno ci ha riferito essere ormai del tutto impraticabile — nessuno ne conosce la storia, né quella dei suoi abitanti. Tuttavia la sua particolarità, come spesso avviene per le dimore più singolari e inconsuete, ha scatenato la fantasia e l’immaginazione creativa dei visitatori, i quali per un certo periodo di tempo, si sono susseguiti a ricamare storie fantastiche, alcune ai limiti dell’inverosimile.

Si è scritto che fosse abitata da amanti capricciosi, che gli abiti che ne riempiono le stanze siano stati costosi regali per la viziata e pretenziosa amante. Si è scritto che fosse abitata da mercanti, che fosse diventata una sorta di deposito usato da una coppia di venditori ambulanti che giravano il paese per fiere e mercati, e in effetti il grande furgone bianco abbandonato e ricoperto di vegetazione all’esterno dell’edificio potrebbe far pensare a qualcosa di simile, utilizzato per trasportare le merci. Altre varianti della storia narrano che la villa fosse abitata da una coppia di amanti truffaldini, in quanto tutti gli abiti all’interno sarebbero in realtà di marchi contraffatti. Certo è che le ultime date reperibili all’interno della villa, tra le centinaia di lettere, appunti, fotografie, cartoline e documenti, registri sparsi ovunque sui pavimenti o ancora imballati nelle decine, forse centinaia di scatole di cartone, risalgono ai primi anni ’90, per la precisione al 1993, anno dell’ipotetico abbandono.

Un’altra variante racconta invece di una casa o agenzia di moda, avvalorata dal ritrovamento di dépliant e biglietti da visita di fotografi e altre figure operative nel settore — ma noi non abbiamo rinvenuto niente di tutto ciò, alla nostra visita ormai il caos imperava all’interno dell’abitazone, dato l’enorme via vai di curiosi e visitatori — . Sinceramente non avevamo né la voglia né il tempo di metterci a frugare per capire meglio la storia di quel luogo, la puzza di muffa aleggiava ovunque, il caldo la rendeva ancora più irrespirabile. Per una volta abbiamo preferito limitarci all’esplorazione e a scattare qualche foto, anche se devo dire, in mezzo a tutto quel caos era difficile anche far stare in equilibrio il cavalletto.

In un’altra versione si racconta sempre di un’agenzia di moda truffaldina, operante nel settore delle griffe contraffatte, i cui danni avrebbero però interessato modelle, dipendenti e altre aziende collaboratrici: lo testimonierebbero le svariate lettere di diffida e denunce rinvenute tra uno scatolone e l’altro.

Da un punto di vista storico è stato invece più semplice reperire poche brevi informazioni, dato che l’immobile risulta in vendita, anche se temo avrà non poche difficoltà a trovare un acquirente. L’unico scenario verosimile viste le precarie condizioni e il crollo strutturale che al momento della stesura di questo articolo è già in stato avanzato, resta ahimè la demolizione e la ricostruzione ex-novo: si tratta di una villa padronale edificata a scopo agricolo alla fine del XIV secolo, la cui proprietà si è susseguita tra varie facoltose famiglie della zona. Questo è tutto ciò che sappiamo di autentico. Il resto sono solo racconti e supposizioni.

Tra tutte le storie fantastiche ispirate dalla sua stranezza e originalità e tra i vari nomignoli che gli sono stati affibbiati, Villa Fashion Victim ci è sembrato particolarmente azzeccato. Vittime della moda. A giudicare da ciò che rimane e tutto ciò che è stato lasciato qui dentro, ci viene da pensare che in effetti, a prescindere dalla storia reale, chi l’ha abitata a un certo punto sia rimasto vittima della sua stessa trama e che la favola dei capricciosi amanti, se davvero sono esistiti, non abbia avuto alcun lieto fine. Come sogni schiacciati sotto le macerie, poi riemersi dalla polvere.

Segue galleria fotografica.

Trovo sempre bellezza nelle cose strane e imperfette, sono le più interessanti. (Marc Jacobs)

La moda è ciò che compri, lo stile è ciò che possiedi. La chiave dello stile è nell’imparare chi sei, e per farlo ci vogliono anni. Non esiste una mappa della strada per ricercare il proprio stile. È un’espressione di sé stessi e, più di ogni altra cosa, è un atteggiamento.”

Iris Apfel

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Sotto la Polvere nasce dall’amore e la passione per i luoghi dismessi e abbandonati. Le esplorazioni sono realizzate nel rispetto più assoluto del luogo visitato, senza alcuna forma di effrazione o danneggiamento. Spesso li troviamo per caso o ci vengono suggeriti. Non indichiamo mai il nome reale del luogo e la sua ubicazione per salvaguardarlo da vandali e potenziali malintenzionati.

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